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La Situazione

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La situazione

La scuola sta sperimentando una situazione di precarietà da così tanto tempo che è diventata ormai una condizione stabile.
La scuola è diventata un ossimoro. Stabilmente precaria.
Le ragioni sono numerose e riconducibili ad una progressiva deriva del senso dell'azione educativa che è aggredita da più fonti.
Per i dirigenti la condizione di lavoro è bizzarra.
A fianco di responsabilità importanti ci sono in definitiva scarsi controlli.
E i controlli che ci sono non riguardano questioni essenziali.
Il dispositivo di smantellamento progressivo dell'Istruzione Pubblica passa attraverso un lento e inesorabile versamento di sabbia negli ingranaggi periferici del sistema. I dirigenti devono costantemente occuparsi di questioni secondarie, irrilevanti, minute, spesso squisitamente burocratiche e cosmetiche: eppure tutte ugualmente urgenti e lontane dall'attività principale che si dichiara assegnata alle loro scuole: insegnare ed educare.
Il capitale umano non è veramente a disposizione dei dirigenti.
Un po' perché cambia ogni anno in una misura che farebbe chiudere in breve tempo qualsiasi organizzazione "normale".
Un po' perché, oltre a non poter scegliere le persone, i dirigenti non possono neppure mandarle via. Anche quando sono palesemente inadatte.
E sono tante le persone inadatte che albergano nella scuola. (Anche tra i dirigenti, peraltro).
E questo è un altro punto critico.
La dimensione organizzativa è ovunque quasi ingestibile (almeno razionalmente): per l'assenza di profili intermedi, per la burocrazia inutile, per il mancato allineamento delle fonti di dati, per l'impoverimento della cultura amministrativa delle segreterie (che si sono impoverite anche numericamente di personale capace), per le scarse risorse da qualche parte e per le eccessive risorse non gestibili da altre parti, come per tutti in questo momento.
Infine, i "clienti" sono cambiati, in una società che corre verso chi sa dove, con una velocità superiore alla capacità di adattamento dell'organismo Scuola, che non riesce a stare al passo né dal punto di vista organizzativo né, soprattutto, dal punto di vista delle competenze richieste al personale docente (e anche non docente se è per questo, che nella sua dimensione pletorica e sindacalizzata è un'anomalia tutta italiana).
Per non parlare del senso complessivo dell'esperienza scolastica da parte delle nuove generazioni di genitori, che sembrano saltellare dal considerare una fastidiosa parentesi la scuola e le sue incombenze e le attenzioni che richiede, rubando spazio alle visite ai centri commerciali, ad una petulante pretesa da clienti insoddisfatti del servizio, visto che la politica di vendita del servizio scuola (a partire dalla ipocrita cosmesi dei PTOF), l'ha trasformata l'ha trasformata in definitiva in un prodotto.
Naturalmente queste sono generalizzazioni. E come tali sono generalizzazioni improprie. Tra queste due tipologie se ne trovano altre (e magari sono anche più numerose) che forse meritano più attenzione. Ma di solito non sono un punto all'ordine del giorno e non occupano la parte prevalente del racconto della scuola.

La proposta descritta in queste pagine usa la cornice della transizione digitale per affrontare il nodo de

L’ambiente di apprendimento relazionale.

I Cantieri di lavoro descritti nelle pagine che trovate a fianco sono diversi per diversi destinatari, ma sono tutti accomunati da un filo conduttore: desaturare lo Spazio Mentale intervenendo sulle competenze individuali, su quelle dei gruppi e sulla cultura organizzativa; e sono pensati per utilizzare i benefici della transizione digitale allo scopo di ritornare sul Grande Dimenticato. L'importanza educativa dell'ambiente di apprendimento relazionale.

I Cantieri di lavoro sono destinati

  • Ai dirigenti
  • Al personale delle segreterie
  • Agli staff di dirigenza
  • Ai coordinatori dei consigli di classe
  • All'intero collegio
  • Ai collaboratori scolastici
  • Ai rappresentanti dei genitori

Le recenti attribuzioni di risorse in via di assegnazione con le misure DM 65 e DM 66 permettono un investimento strategico probabilmente eccezionale e che non si ripeterà.
Sarà anche difficile da gestire perché spendibile in troppo poco tempo.
Ma è lo stesso un'occasione. Si tratta di scegliere su cosa puntare e puntarci con ostinata determinazione. Per non perdere la rotta.



Page last modified on May 06, 2024